DIS-ORGANIZZAZIONI SINDACALI.
E L’IGNOBILE INDIFFERENZA DI UN’ ASSEMBLEA ANTI PORTALETTERE.
Venerdì 26 Gennaio si è svolta, presso l’ufficio Tiburtino di Roma, l’assemblea indetta dai sei sindacati concertativi sulla piattaforma del rinnovo contrattuale.
Per partecipare all’ assemblea, ai/alle dipendenti del Bancoposta è stato giustamente concesso di chiudere l’ufficio per tre ore e mezza, anche i/le dipendenti del Csa erano tutti/e presenti, e i/le portalettere? Non pervenuti/e.
Questo perché nessun sindacato si è premurato di fare in modo che uscissimo con poche raccomandate o di non farci abbinare, così da essere presenti in ufficio alle 13 per partecipare all’ assemblea. I colleghi e le colleghe della sezione non si sono proprio potuti muovere dalle loro postazioni, perché a noi non è stato concesso di fermare il recapito per tre ore e mezza.
Quando abbiamo fatto notare ai “sindacalisti” il loro comportamento scorretto nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici del recapito, ci è stato risposto che potevamo riportare indietro la posta. Tanto loro che ne sanno delle conseguenze a cui andiamo incontro se facciamo giacenza o riportiamo indietro raccomandate non lavorate, visto che fra questi personaggi che dovrebbero rappresentarci non ce n’è uno che fa il portalettere.
Per quei pochi/e portalettere che comunque sono riusciti a tornare in tempo in ufficio è stato difficilissimo partecipare alla riunione, perché i/le rappresentanti sindacali hanno deciso di posizionarsi in un punto dell’ufficio in cui al massimo entravano 20/30 persone, quando fra Csa, Bancoposta e Recapito superiamo abbondantemente il centinaio di unità. Abbiamo provato a far notare anche questo, ma il “sindacalista” che aveva la parola in quel momento non ha neanche smesso di parlare, ignorando totalmente il problema.
L’apice dell’ignoranza e dell’arroganza si è raggiunto quando una collega portalettere ha provato a prendere la parola per proporre un emendamento da inserire nel rinnovo contrattuale e non le è stato concesso di parlare, le hanno proprio dato le spalle dicendo che era tardi e si doveva procedere alla votazione. Questo atto così vile e antidemocratico ha suscitato l’indignazione dell’intera sala portalettere.
Come fanno a definirsi rappresentanti sindacali se non ci ascoltano?
Come fanno a definirsi rappresentanti sindacali se non sono in grado di tutelare i nostri diritti?
Voltiamogli le spalle una volta per tutte, come loro hanno fatto con noi!