Non è stata una bella estate.
Negli ultimi trent’anni Poste Italiane è passata da ente pubblico a macchina di profitto, con privatizzazioni, ristrutturazioni e tagli che hanno peggiorato le condizioni di lavoro e ridotto la qualità del servizio.
I nodi vengono al pettine: oggi il quadro è segnato da precarietà diffusa, carichi di lavoro insostenibili, stipendi insufficienti, repressione sindacale e una gestione che ignora sicurezza, occupazione e ruolo sociale dell’azienda.
A ciò si aggiunge la complicità internazionale di Poste: dalla presenza nella Fondazione Med-Or, legata all’industria bellica, fino ai trasporti di Poste Air Cargo che rischiano di sostenere l’aggressione israeliana in Palestina.
Non è stata un’estate facile: tra razionalizzazioni e chiusure di uffici, ferie scaricate sui pochi rimasti in servizio, caldo insopportabile per i portalettere, uffici senza aria condizionata e continui distacchi. Altro che riposo psicofisico.
Per queste ragioni, e per molto altro ancora, abbiamo rinnovato lo sciopero nazionale dello straordinario dal 2 settembre al 2 ottobre. Prepariamoci all’autunno.